
Piero Guccione è stato un pittore che ha saputo valorizzare con le sue opere i splendidi paesaggi della Sicilia sud orientale. Pittore nato il 5 Maggio 1935 a Scicli, la città dalle “100 chiese”, gioiello incastonato tra i monti iblei.
Guccione è stato assistente di Renato Guttuso dal 1966 al 1969 per la cattedra di pittura dell’Accademia di Belle arti di Roma e ha partecipato a importanti esposizioni pubbliche, nazionali e internazionali. L’amore per la sua terra lo ha portato a ritornare in Sicilia nel 1979. Ha trovato la sua dimensione artistica nelle campagne tra Scicli, Modica ed il mare di Sampieri.
Lì ne ha fatto il suo avamposto artistico, luogo devoto alla bellezza del panorama ibleo. Tra le passeggiate nelle campagne brulle incastonate tra i muri di pietra secca che delineano i campi, tra l’odore dei carrubi nelle notti d’estate, lungo la battigia della spiaggia di Sampieri, piccolo borgo di pescatori.
Se il “mercato dell’arte” risponde alle logiche consumistiche dettate dalle gallerie dalle biennali e dal mondo accademico, l’arte pura né è totalmente libera da queste catene. Vola in alto senza limiti. E così nella piccola cittadina di Scicli, lontana dai fasti della mondanità delle grandi metropoli, Guccione con un gruppo di artisti fonda un gruppo definito “Gruppo di Scicli”.
In una intervista del 1981 per il quotidiano Il Tempo, Renato Guttuso diceva “… a Scicli, che è un paesino della Sicilia dove sono andati a vivere dei giovani artisti, Guccione e Sarnari, c’è una piccola scuola di pittori di cui l’Italia non sa nulla, di cui le Biennali non sanno niente, non vogliono saperne o non gliene importa niente di saperlo”.
Si forma questo gruppo di artisti, con percorsi pittorici e generazionali diversi, uniti nell’interesse per la pittura e la scultura, che diventano un motore culturale della città di Scicli.
Nelle opere di Guccione ci si perde nell’infinito del suo mare che viene rappresentato nelle tele. L’osservatore si trova a scrutare distese immense di mare in cui difficilmente si riesce a scorgere la linea di separazione con il cielo. Le due dimensioni sembrano fondersi tra loro. Osservando le linee geometriche delle correnti della superficie del mare, le increspature, i colori sembra quasi poter ascoltare il rumore della risacca che si infrange sulle bianche spiagge del panorama ibleo. Per un attimo ci si immagina a camminare sulla spiaggia di Sampieri dove sull’orizzonte spunta la sagoma della Fornace Penna (la c.d. “mannara” resa famosa nelle varie riprese de Il Commissario Montalbano).
Non c’è presenza umana nelle sue opere, sembra di ritrovarsi in un tempo sospeso, nel silenzio rumoroso della natura.
Nella rappresentazione della campagna iblea ci si ritrova passeggiare tra i muretti di pietra secca, nel paesaggio brullo arso dal sole. Nei pastelli che rappresentano le chiese scorgiamo i riflessi dorati e luminosi che le chiese barocche riescono a donarci immergendosi nel sole.
Piero Guccione muore a Modica il 5 Ottobre 2018.
Ci ha donato la bellezza degli iblei nelle sue opere, pittore siciliano amante della sua Isola.