
Conoscevo già la figura di Giuseppe Rovella, filosofo e romanziere, allievo di Cleto Carbonara e personaggio atipico della letteratura siciliana. Di meno il fratello Turi, antropologo e poeta che rischiò per pochi voti di diventare il primo senatore indipendentista siciliano nel 1994. Quel poco che sapevo lo avevo tratto da alcuni scritti del Prof. Luigi Amato, oggi docente presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Due intellettuali, due autori siciliani, due fratelli, impegnati ciascuno nel suo viaggio interiore, tema in cui chiunque di noi si può riconoscere.
In particolare, oggetto di intenso studio è Giuseppe.
Ha scritto Ester Monachino: «Non vi era dubbio alcuno: il volto d’uomo e di scrittura di Giuseppe Rovella è ancora, come sempre, intensamente umano, intimamente nitido, pensosamente creativo. Freschissimo di stampa, si porge alla nostra lettura il volume di Luisa Santoro “Giuseppe Rovella. Un filosofo palazzolese del nostro tempo e Turi Rovella Poeta”, edito con i tipi di Morrone Editore in Siracusa 2020. Sostanziale intento dell’Autrice, esperta archivista, è quello di affidare e trasmettere ai giovani “la presenza e la memoria storica – per dirla con la prefatrice Nella Monaco – di questo grande figlio della terra palazzolese”».
Il saggio su Giuseppe Rovella di Luisa Santoro, come espresso dall’Autrice nell’introduzione, rappresenta un atto d’amore verso un suo professore e amico, filosofo e scrittore particolarissimo. L’intento è quello di conservarne la memoria e mettere in luce tanti aspetti della personalità e del pensiero di Giuseppe Rovella, poco conosciuti.
A tal fine si è avvalsa delle più autorevoli voci di professori, giornalisti e scrittori studiosi di questo pensatore, i quali hanno espresso giudizi molto interessanti. Santoro, attraverso incontri e contatti, ha effettuato delle interviste e recuperato articoli sugli scritti e su alcuni inediti di Giuseppe Rovella.
Il testo in una prima parte presenta le interviste e le recensioni su alcuni testi di Rovella. Una seconda parte contiene articoli pubblicati in diversi giornali. Segue una terza parte che contiene pubblicazioni edite e inedite di Giuseppe Rovella. Molto interessante un inedito di Giuseppe Raudino: Turi Rovella in dialogo col fratello Giuseppe in un sonetto in siciliano. Anche Ester Monachino ha dedicato un’intervista che riguarda Turi Rovella, considerandolo tra gli ultimi poeti “Fedeli d’Amore”.
La prima intervista a Ester Monachinosu Giuseppe Rovella, ci descrive la personalità dello scrittore e mette in evidenza “i segni” quali rappresentazione di un viaggio interiore: gli alberi, la terra, e così via. Secondo Monachino, i romanzi di Giuseppe ne rispecchiano la mente e il cuore, hanno ossa e pensiero filosofico, e sangue di purissima poesia, narrativa eccelsa di rara bellezza.
La seconda intervista è a Mario Grasso, il quale lamenta per Rovella di non essersi potuto inserire nel circuito di scrittori meritevoli di plauso, «qualità che a mio giudizio – dice – presenta La Fattoria delle Querce».
Il Professore Emanuele Messina, presidente per 30 anni della “Associazione Giuseppe e Turi Rovella”, ha portato alla luce molti scritti di Giuseppe, evitando che andasse perduto un prezioso patrimonio culturale. Messina dice che «attraverso la creatività narrativa, in Rovella la filosofia è presente, ma trasfigurata, quasi poetica».
Cinzia Donatelli Noble spiega dov’è la poesia di Giuseppe Rovella: «Si trova nella lingua, nel timbro, nelle sensazioni personali, nel mistero della vita, nella ricerca dei colori, nella continuità dell’avventura umana che egli celebra. Personalmente ho condotto importanti studi sulla tesi di laurea di Giuseppe Rovella di cui l’autrice ha parlato nell’introduzione. Inoltre ho espresso, nell’intervista chiestami da Luisa Santoro, un mio giudizio sui romanzi: “si può dire che Rovella è uno scrittore non facile, ma che appassiona e trasporta in una dimensione unica. È uno scrittore che si pone come avanguardia stilistica ed intellettuale pur rimanendo con le sue radici ben piantate nel suo territorio”».
Monsignor Giuseppe Greco, nella sua recensione al testo di Rovella Vita di Gesù, dice: «L’autore parla di Gesù come lui lo ha incontrato nella sua esperienza personale; la prospettiva di Rovella è esistenziale. Egli ci riferisce la risonanza che le parole di Gesù hanno avuto nel suo cuore».
L’editore Dott. Giuseppe Cultrera parla dei racconti di Rovella Le Madri, Asmavedha, Il rocchetto della solidago e altri; una collana di letteratura contemporanea. Di Giuseppe dice: «Un maestro di salda etica, cesellatore di parole, una grande umanità espressa come docente, come cittadino, come intellettuale».
Giuseppe Raudino ci parla di Deneb, romanzo in cui sentimenti e filosofia si intrecciano indissolubilmente e che ci mostra un uomo volto a raggiungere la consapevolezza di sé.
Molti altri, alcuni alunni di Giuseppe Rovella al liceo classico di Palazzolo, tra i quali Luigi Lombardo, Salvo Guglielmino e Paolo Santoro, hanno scritto su di lui con interviste o articoli di giornali. Interessante la recensione di Salvatore Greco su Inizio d’amore e altri racconti, definiti “Viaggio umanistico” di Rovella.
Sorprende la recensione di Vincenzo Zocco a L’errore del cerchio che lui definisce un giallo vicino al noir, cupo e denso di ombre.
Tutte queste opinioni, espresse da intellettuali di esperienza e lettura critica, spingono a ringraziare Luisa Santoro per il suo lavoro e a voler scoprire di più non solo dei fratelli Rovella, ma anche di tanti altri pensatori e autori che la Sicilia ha generato, e che noi siciliani non conosciamo, come un patrimonio sommerso sotto i nostri piedi, da scoprire, riscoprire e far conoscere.