Nelle case Palermitane oggi pranzano famiglie unite, divise tutto il resto dell’anno. La Sicilia è una terra di migranti. I siciliani andarono via prima della guerra, dopo la guerra, durante la pace. In buona sostanza i siciliani non hanno mai smesso di andare via, non hanno mai avuto ciò che volevano sotto al caldo sole mediterraneo. E sono scappati. Ma il Natale è ritorno, ricordo, origine. Ho passato gli ultimi giorni a salutare amici che hanno scelto di cambiare, amici cui la speranza non è bastata a trattenere, cui il sogno non è servito a sfamare. Ho passato gli ultimi giorni a leggere disillusione in occhi stanchi e parole fredde.
Da bambino mi chiedevo cosa questa città potesse darmi: un futuro, una famiglia, una felicità. Scrivevo lettere, fantasticavo.Però il sogno fa invecchiare e le notti insegnano, attraverso il silenzio. Questo non è più tempo di desideri. Oggi – adulto – ho capito che questa città è quella che è perché tutti vogliono, pretendono, ma nessuno è disposto a dare quanto chiede. I palermitani vogliono una strada pulita, un vicino cortese, un po’ di arroganza in meno, un’amministrazione decente, un po’ di soldi un più, un lavoro vero. Vogliono il meglio… e non danno o danno poco o danno il peggio.
Vi racconto una storia. E’ la storia dell’Amico Qualsiasi che andò al nord e trovò il rispetto. Sì, lo so bene, non è che manchi il rispetto al sud, siamo diventati famosi nel mondo proprio per questo, diciamo che il rispetto è cosa nostra – perdonate la triste allusione. No, non è quel tipo di rispetto che l’Amico Qualsiasi trovò al nord. Il rispetto – quello vero – non ha gerarchie o corone. L’Amico qualsiasi si trovò quasi spiazzato quando, sceso dell’aereo, tutti lo ossequiarono. Trovò cortese il dipendete del bar (lasciò la mancia), trovò cortese l’autista del bus (puntualissimo), trovò cortese il vigile al quale chiese indicazioni, trovò cortese un passante che vedendolo con la carta in mano gli indicò il cestino più vicino, trovò cortese l’automobilista che si fermò davanti a lui per farlo attraversare e gli offrì anche un sorriso, trovò cortese la signora che lo avvisò quando il portafogli gli cadde in terrà, trovò cortese tutto e tutti.
E con tutto questo rispetto nell’aria come pensate che si sia comportato il nostro – ormai è diventato anche amico vostro – Amico Qualsiasi abituato a fare il palermitano nella sua Palermo? Non serve una risposta, basta il silenzio.
Sapete cosa vi dico? Io sono stanco di chiedere qualcosa alla mia città e questo Natale non desidero proprio niente. Voglio dare, piuttosto! Voglio dare a questa bella Palermo qualcosa, più di ogni altro giorno dell’anno. Oggi voglio darle affetto, voglio amarla come non mai, perché è questo che merita.
Che succederebbe se tutti amassimo la nostra città e la trattassimo con rispetto? Silenzio.
Buon Natale Palermo.