
L’arte è anche movimento. La corrente futurista in pittura ha inteso perfettamente il concetto di movimento, di dinamismo nei colori. Se nella pittura parliamo di il futurismo il nostro pensiero va verso Pippo Rizzo, l’anima futurista siciliana.
Pippo Rizzo nasce il 6 Gennaio 1897 nel paese di Corleone.
Dedito all’arte sin dalla giovane età ed all’impegno nel campo culturale fonda nel 1918, all’interno di una bottega di un barbiere, il Circolo di Cultura giovanile “Rinnovamento”.
All’epoca vi erano ben altri “influencer” rispetto a quelli odierni. Non i social, ma gli uomini d’arte e di cultura erano coloro i quali influenzavano i costumi di inizio XX.
Ed il giovane Rizzo guardava con ammirazione “l’influencer” Tommaso Marinetti, il quale non tramite i “social” ma tramite la corrente futurista affascinava le giovani menti. Così Pippo Rizzo nel 1919 a Roma incontra Marinetti e dedica la sua pittura a questo nuovo movimento artistico.
Ma non si limita a partecipare, bensì diventa capofila del movimento siciliano futurista. Rizzo riesce ad esprimere tra i colori aspri ed assolati della sua terra quel “movimento dinamico” tipico del futurismo.
Nelle opere del futurismo abbiamo il concetto di “dinamismo”. L’opera agli occhi dell’osservatore non appare ferma, ma cose se fosse in movimento. Un treno, un cavallo, una barca. Di questi non scorgiamo un solo profilo, ma quattro/cinque come dei fotogrammi accostati che mostrano il movimento.
Pippo Rizzo inserisce questo dinamismo nel panorama siciliano. Nelle zampe di un cavallo che ritorna dai campi con il raccolto nell’assolata luce del sole siciliano, nel caldo scirocco che soffia tra le vele e le nuvole come un puzzle di pezzi accostati sul mare, in un carretto siciliano in movimento tra le campagne aspre siciliane. L’osservatore si trova non davanti ad un quadro statico, ma dinamico. Nei colori, nei piani inclinati, nelle forme, percepisce lo scorrere del tempo.
E’ dinamismo universale.
No, mi correggo. E’ dinamismo siciliano!
Perché nelle tele di Rizzo tutto avviene nel contesto della nostra isola.
Nel 1927, a Palermo, Rizzo organizza l’esposizione futurista inaugurata dallo stesso Marinetti.
Molto attivo nel campo dell’arte, Rizzo partecipa nel corso degli anni a diverse mostre sia in Italia che all’estero.
Nel 1928 il direttore della XVI Biennale di Venezia, Antonio Maraini, dichiarava che da Napoli in giù “…non vi era nulla di interessante da notare …” (Corriere della Sera del 25 maggio 1982).
Pippo Rizzo in risposta a tale dichiarazione si fece promotore di una grande manifestazione d’arte “La Mostra Sindacale degli Artisti Siciliani” che si tenne presso il Teatro Massimo di Palermo nell’aprile del 1929.
La mostra fu inaugurata proprio dal direttore Antonio Maraini che dovette ricredersi sulla posizione presa in precedenza.
Alla mostra partecipò per la prima volta un giovane pittore, Renato Guttuso. Ma questa è un’altra storia.
Pippo Rizzo ricoprì il ruolo di direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo nel 1936. Numerosi gli artisti frequentatori del suo studio, tra questi citiamo la pittrice Lia Pasqualina Noto e Renato Guttuso che fu suo allievo.
Pippo Rizzo negli anni successivi si allontana dalla corrente futurista, comincia a dedicarsi alla rappresentazione dei simboli siciliani: i “Paladini” del teatro dei pupi e dei decori dei carretti siciliani dove vengono rappresentati nelle loro imprese epiche.
Tra le opere di questo periodo citiamo le rappresentazioni dei carretti siciliani e dei carabinieri. Chissà, si chiede l’osservatore, cosa staranno pensando od osservando i due carabinieri davanti all’opera che rappresenta i pupi siciliani.
Pippo Rizzo morì a Palermo il 4 marzo 1964 lasciano una grande produzione delle sue opere.
Il museo civico di Corleone dal 1991 porta il suo nome.
Proprio in questi giorni troverete presso le librerie l’ultimo libro postumo di Andrea Camilleri sul Commissario Montalbano “Riccardino”. In copertina la casa editrice Sellerio ha utilizzato una versione riadattata di un quadro di Pippo Rizzo “Giocoliere”. Non è la prima volta che i suoi dipinti vengono utilizzati come grafica nei libri della Sellerio. Un ulteriore omaggio a questo pittore dallo sguardo verso il futuro.