Un sopravvissuto, un’eroina, una sognatrice.
Angel S., Angela Radcliffe, Angela Giannini.
Tre ragazzi, tre vite, tre storie, una sola anima.
“Le Straordinarie Vite di Angela”, romanzo d’esordio di Claudio S. Gnoffo, racconta di questo e di molto più.
Sabato 16 gennaio, alle ore 17:00, nella Sala delle Carrozze al primo piano della stupenda Villa Niscemi, il romanzo sarà presentato ufficialmente, per la prima volta, e Claudio Gnoffo ci racconterà cosa lo abbia spinto a scrivere questa storia, o intreccio di storie, così particolare. Ci racconterà quale fuoco lo ha animato da dentro, mentre dava vita ad Angela. O meglio, alle diverse Angela del romanzo.
Il Prof. Luigi Gianfranco Consiglio introdurrà il romanzo e ne farà un’analisi puntuale. Seguirà l’intervento dello scrittore che parlerà del suo percorso autoriale e della genesi del romanzo, raccontando dell’avventura riguardante l’autopubblicazione.
A conclusione, è previsto un rinfresco per i graditi ospiti, accompagnato dallo Spazio Firme per chi volesse sulla propria copia una dedica dell’Autore.
Di seguito alcune domande che abbiamo posto allo scrittore:
Innanzitutto, chi è Angela?
«Angela è una mente creativa, vivace – ci racconta l’Autore – mossa da un’anima sensibile, delicata. Il suo ingegno le consente di vivere storie incredibili, così da affrontare meglio la propria realtà, quella con cui, al di là delle fantasie, deve fare i conti tutti i giorni. Ma è un mondo tutto suo, come di tanti che hanno romanzi e racconti nel cassetto. Un po’ come ero io fino a un po’ di tempo fa. Finché accade qualcosa di terribile, che la coinvolge, in prima persona… e là i suoi cari devono fare i conti col loro egoismo, con la propria ottusità. Non si erano accorti del dramma che Angela stava vivendo. In particolare la madre, leggendo i manoscritti della figlia, dovrà ricostruire, come con le tessere di un puzzle, cosa Angela avesse dentro. Un po’ come un’indagine. Un thriller psicologico. Ma, trattandosi delle storie inventate dalla figlia, sarà molto più intimo e sconvolgente che leggere, che ne so, il diario segreto. E là… là, con le storie incredibili che Angela è riuscita a creare, e che il lettore leggerà ancor prima della madre, là potremo provare a scoprire chi fosse davvero questa ragazza. I genitori quantomeno ci proveranno, disperatamente, con tutte le loro forze, prima che sia troppo tardi… sì, perché c’è una corsa contro il tempo che anima il romanzo! Perché ogni volta che ci rendiamo conto che stiamo perdendo una persona cara, ci rimettiamo in corsa prima che sia troppo tardi».
Cosa credi che i lettori ricaveranno dal romanzo? Cosa speri facciano proprio?
«Il fatto che Angela potrebbe essere nostra sorella, nostra figlia, la nostra fidanzata, la nostra miglior amica. Angela può essere chiunque di noi. Molti mi hanno chiesto perché questo nome, che è più comune e consueto di un… che ne so… roboante “Evelyn” o “Jessica”. Perché “Angela”, intanto, come nome mi piace. E poi perché volevo che fosse chiara l’immediatezza del personaggio, la sua freschezza, che porta il lettore a identificarsi con lei, tutte e tre le volte che la incontrano, ossia in ognuna delle sue tre incarnazioni».
Per “tre incarnazioni”, intendi la Angela che dà il titolo al romanzo, la sognatrice appunto, e poi i suoi due alter ego, il sopravvissuto e l’eroina.
«Esatto. Angel S. il sopravvissuto e Angela Radcliffe l’eroina. Angela, come dicevo, è ognuno di noi, e ogni lettore può divertirsi a domandarsi se si senta più un sopravvissuto, un eroe o un sognatore! Ho fatto in modo che ognuno dei tre personaggi avesse una sua psicologia ben distinta, pur essendo tre aspetti della stessa personalità. Il lettore può chiedere a sé stesso: ti identifichi di più in Angel S., in Angela Radcliffe o in Angela Giannini? Tu quale Angela sei?»
È stato impegnativo scriverlo?
«Mi ha chiesto una seria riflessione, sì. Il disagio giovanile, le problematiche delle famiglie di oggi, nonché una certa accuratezza nelle descrizioni, che ho ricercato molto. Non nascondo che questo romanzo è stato anche un modo di mettermi alla prova, di divertirmi mentre mi scoprivo capace a scrivere di tre generi diversi: l’horror, il fantasy e il thriller psicologico».
I tuoi lettori ritengono che non te la sia cavata affatto male.
«A quanto pare, no!»
Trovi che sia difficile emergere come scrittore?
«Be’ sì… non lo nego. Prendendo le mosse dall’autopubblicazione, cercare di farcela con le proprie forze, guadagnandosi a poco a poco la stima e l’affezione dei lettori, non è facile, per nulla. Mi sto autofinanziando coi miei mezzi, e la voglia di riuscirci, di farcela, è supportata dal sostegno e dal supporto di tutti coloro che mi incontrano e s’innamorano della mia narrativa attraverso questo romanzo. Ho sempre avuto questo sogno dentro me, sin da piccolo. E negli anni ho affinato il mio stile e i miei mezzi, anche grazie al mio lavoro di ghostwriter. Adesso, vedere tutte queste persone che mi sostengono e mi stimolano, è incredibile. Mi ritengo ancora lontano dal raggiungere la mia meta, ma è un sogno. Per un giovane siciliano che, nel 2015, vive come tutti i suoi coetanei i problemi di una realtà come quella di Palermo, è davvero un sogno. È proprio vero, la fede e la perseveranza premiano. Con una buona dose di umiltà. Batoste e delusioni non mi sono mancate».
Perché l’autopubblicazione? Perché questa strada così solitaria e difficile?
«Difficile sì, sono partito da zero, pur con tutto ciò che avevo maturato in questi anni. Solitario non proprio… sono partito da solo sì, ma, lungo il cammino, amici e sostenitori, apprezzando la mia narrativa, sono andati aumentando. Nel 2011 iniziai a collaborare saltuariamente con la ILA Palma di Renzo Mazzone, un pilastro della editoria siciliana, che ci ha lasciati quasi due anni fa. È stato come un mentore, per me. Poco dopo, sempre nel 2014, ho conosciuto il Professor Luigi Gianfranco Consiglio che, guarda caso, era stato pure lui sotto l’ala di Mazzone. Mi è sembrato un po’ un passaggio di consegne. Oggi collaboro con Consiglio e col suo gruppo editoriale, Il Bandolo, che è pure un periodo di cultura web presso il quale ho scritto e scriverò articoli. Consiglio sarà anche il mio relatore alla Presentazione, introdurrà il romanzo.
Tra tutti coloro che mi hanno supportato, LaLaPa mi ha dato il sostegno più grande: sono tutti giovani come me, che sentono le mie stesse difficoltà a emergere in una terra come la nostra, ognuno nel proprio àmbito e coi propri talenti, eppure con un grande amore per questa città e il desiderio fortissimo di vederla splendere. Dentro LaLaPa hanno creduto in me, e devo dire che ne avevo bisogno. È chiaro che, a un certo punto, ti domandi se sei bravo in quello che fai, se non sei solo un pavone. Amici e lettori me lo hanno confermato, e non mi sono sentito più solo. Ho scelto questa strada perché non volevo più attendere che un editore scegliesse il mio manoscritto tra mucchi di mail accumulate nel suo server. Sentivo dentro me un grido, il bisogno di afferrare la mia strada, di andare incontro alla mia meta, guardando dritto negli occhi ogni ostacolo. Anche partendo da zero, sì. Un pizzico di follia non mi è mai mancato. Chissà. Per aspera, ad astra!»
Claudio, hai la tua pagina facebook, “State of Mind – Claudio S. Gnoffo”, che fa anche da blog e raccoglie il tuo lavoro, le tue idee, la tua passione.
«Esatto! Lo considero uno dei miei strumenti più efficaci per far conoscere ciò che faccio. Con esso interagisco coi miei lettori, è una bella piattaforma, piccolina ma in crescita. Nella mia pagina ho chiesto esplicitamente ai fan di far conoscere l’evento della presentazione quando avverrà, e diffonderlo il più possibile, in maniera capillare, condividendo foto e video e taggando i grandi editori, usando questi hashtag: #gnoffo #StateOfMind #leStraordinarieViteDiAngela e #presentazione16gennaio2016. Conto, così, di farmi conoscere sempre più, con l’aiuto di tutti!».