Nel periodo dell’equinozio di primavera il territorio siciliano, se visitato di sera, diviene punteggiato di fuochi, grandi e piccoli. Quasi in ogni contrada, paese, quartiere, città compaiono, durante la giornata del 18 Marzo, dei cumuli di legna: saranno arsi di lì a poco, quando la notte darà maggiore visibilità alle guizzanti fiamme. Sono le Vampe di San Giuseppe in cui si incarna il simbolismo primordiale del fuoco. Quest’ultimo è rimasto per lo più immutato durante il passaggio tra il paganesimo e il cristianesimo. Le fiamme sono state utilizzate nella storia per immolare vittime e adempiere ai sacrifici; il fuoco è quindi elemento di purificazione, di distruzione e di ira divina, di gloria, ma soprattutto è elemento del manifestarsi divino e del rinnovamento della sua alleanza con l’uomo .

Quindi, oltre avere valenza apotropaica, il fuoco diviene canale di comunicazione tra l’uomo e il divino così come avveniva nei culti pagani.
In un giorno come l’equinozio di primavera dove il sole, l’elemento di fuoco per eccellenza, raggiunge il suo zenit, esso fa da punto di riferimento cronologico e astronomico del passaggio tra inverno e primavera, facendo assumere alla festa religiosa, S.Giuseppe, caratteristiche di nascita, di rigenerazione e di abbondanza. Il banchetto è infatti l’elemento votivo più prestigioso perché è un’offerta rivolta al Santo e alla Sacra Famiglia, che, attraverso il cibo – spesso legumi e cereali in quanto frutti della terra – , crea un legame tra il devoto e il divino al fine di avere in cambio una grazia: un rito propiziatorio mirato alla fertilità quindi, dei campi e all’abbondanza del raccolto.
La celebrazione dell’equinozio attraverso il fuoco, la Vampa nel palermitano, detta anche in altre zone Luminari, Pagghiara o Vampati, fu un evento pagano diffuso soprattutto nelle comunità agricole che ha resistito al processo di cristianizzazione.
Il X secolo fissa la festività esattamente al 19 Marzo, celebrata però in forma privata nelle abbazie e nei monasteri. Soltanto dal XIV secolo in poi il culto di San Giuseppe si diffuse in modo capillare, ma il passo decisivo fu fatto da Papa Gregorio XV che rese la celebrazione obbligatoria per tutta la Chiesa (1621).
Il fuoco ha sempre segnato questa festa generosa oggi accompagnata da una profusione di cibo offerto gratuitamente. La gente riunita nelle piazza degusta cibi e bevande sino al momento clou della serata, ovverosia l’accensione del grande falò luminoso, la Vampa, che ammanta di magia e calore la notte di fine inverno-inizio primavera.
