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Día de Muertos. La festa dei morti nel mondo.

Ho deciso di intitolare questo articolo con questo nome. Día de Muertos e` infatti il corrispettivo della nostra famosa “Festa dei Morti”. Le tradizioni quindi, hanno tutte una base comune, nonche` un significato quasi identico.

In questi giorni mi e` capitato spesso di leggere di tradizioni specifiche tutte palermitane, in particolare legate alla commemorazione dei defunti. Non conoscendole, mi sono interessata, ho fatto qualche ricerca e qualche domanda. Ma le tradizioni palermitane, o quelle siciliane, volendo, le si conoscono, e di articoli ne leggiamo tanti. E` bellissimo pero`, notarne gli aspetti multiculturali.. non siamo, dopotutto, figli di una stessa terra? 

Ho imparato quindi, che la sera, per evitare che i bambini andassero alla ricerca dei doni e dei dolci, veniva detto loro che per punizione i morti avrebbero gratuggiato i piedi se fossero usciti dai loro lettini e che quindi, dovevano aspettare il giorno dopo per controllare cosa avessero ricevuto, o che se avevano fatto i cattivi durante l`anno, avrebbe trovato cipolle sul tavolo.

Al risveglio, se si era stati buoni, si trova il famoso “U Cannistru”, pieno di leccornie, magari anche mangiucchiate, per far capire ai bambini che il defunto aveva manifestato la sua presenza.

Si mangia la famosa “Frutta Martorana”, rigorosamente preparata in casa, ma anche gustose muffolette, condite con acciughe, caciocavallo, olio e sale. Come dicevo, i defunti portano dolci ai bambini, da qualche anno anche regali (anticipando quindi il Natale) e che si visitano i propri cari, portando spesso proprio i pargoli, arrivando anche ad organizzare picnic in compagnia dei defunti, per rendere la morte meno oppressiva e triste.

In effetti, non e` poi cosi` diverso da Halloween, che viene spesso confusa come una festa tutta americana. In realta` Halloween non e` americana, ma le origini sono celtiche, quindi europee.

Gli irlandesi portarono questa festa negli USA durante gli anni di emigrazione massiccia, e gli americani – come d`uso – la fecero loro, rendendola piu` commerciale. E da qui iniziarono le feste, le maschere, i dolci che ai bambini venivano dati di casa in casa. Nulla di satanico, come molti credono. Semplicemente una festa identica alla nostra, dove ai bambini viene insegnato ad esorcizzare la paura, mascherandosi da vampiri, zombie e mummie.

Ma come si commemorano i defunti nel resto del mondo? 

In Messico, qualche zona del sud degli Stati Uniti, e anche in Brasile, si celebrano dei veri e propri festeggiamenti, unendo la cultura precolombiana alle credenze cristiane, in un mix perfetto, diviso tra il sacro e il profano.

Si ascolta musica, si mangia e si beve, mentre la morta viene caricaturizzata, resa quindi quasi amichevole, il che ricorda molto il rapporto che hanno i Siciliani con la morte stessa.

La gente si trucca da teschio, indossa abiti dai colori vivi, sfila per le strade ballando. A New Orleans e` quasi una prassi, e queste sfilate attirano ogni anno milioni di visitatori, essendo New Orleans considerata la capitale di questi festeggiamenti. Sempre in Messico, si visitano le tombe dei defunti e se i defunti sono bambini, si lasciano dei doni, addobbando poi la tomba con dei fiori. Molte case hanno dei veri e propri altari dei defunti, con immagini dei cari e simboli di varia natura religiosa. Si pensa che il defunto potrebbe tornare a visitare i suoi parenti, e che sia giusto accoglierlo in qualche modo.

Le origini di questa festa sono parecchio affascinanti; e` un vero e proprio mix tra la cultura azteca, dove Mictecacihuatl era la dea della Morte, che si e` andata unendo alla festa di Ognissanti, portata dai conquistatori spagnoli. Anche in Spagna e in Guatemala questa festivita` ha preso piede.

Ma perche` proprio i teschi?

Pare che prima dell`arrivo degli Spagnoli, il popolo Azteco considerasse il teschio come un trofeo, e venivano usati nei rituali. L`immagine del teschio per come lo conosciamo oggi e` stata invece portato alla ribalta da un artista messicano, José Guadalupe Posada , che ha usato questa immagine come simbolo della resistenza contro la dittatura di Porfirio Díaz .

Questo teschio ha il nome di “La Catrina”, cioe` la grande dama della morte. Anche in Italia, molta gente si trucca da La Catrina, attratti probabilmente dalla storia misteriosa che essa nasconde.

Nelle Filippine invece, si offrono preghiere e si decorano le tombe con i fiori.

Nei paesi anglosassoni invece, si intagliano zucche, si festeggia con dolci, musica e bevande alcoliche per i piu` adulti. La festivita` ha origini celtiche, come dicevo, e ancora oggi viene celebrate come tale con il suo nome originale, cioe` Samhain. I Celti sostenevano che questa notte, considerata la notte di fine anno, era la notte perfetta per rituali di divinazione, e per entrare in contatto con i morti. Si credeva infatti che il “velo” tra i due mondi si fosse assottigliato, dando quindi la possibilita` ai vivi di parlare con chi non era piu` con loro. Ancora oggi, i neopagani lo festeggiano cosi`, mangiando cibo tipico della stagione, decorando casa con oggetti raccolti nei boschi, facendo nuovi propositi per l`anno nuovo, salutando gli amici con la formula di congedo e augurio, ovvero “benedizioni”.

Tornando in Italia dunque, gli Italiani hanno un loro modo di festeggiare, molto sentito, legato alla tradizione e restio ad aprirsi a influenze esterne.

Nonostante sia una festivita` molto sentita, non e` ancora diventata festa nazionale, anche se qualcuno la vede come tale, chiudendo per un giorno l`attivita` o lasciando i propri bambini a casa con i loro dolci e i regali.

Nelle zone Italiane dove vivono molti albanesi o di origine albanese (come Piana degli Albanesi), i defunti vengono commemorati seguendo le tradizioni di tipo greco-bizantino.

A Treviso invece si mangiano delle focacce, chiamate “i morti vivi”. Nella provincia di Massa Carrara la giornata e` l`occasione del bèn d’i morti, con il quale in origine gli estinti lasciavano in eredita` alla famiglia l`onore di distribuire cibo ai piu` bisognosi, mentre chi possedeva una cantina offriva ad ognuno un bicchiere di vino; ai bambini inoltre veniva messa al collo la sfilza, una collana fatta di mele e castagne bollite.

In Abruzzo invece, pare proprio che vengano intagliate le zucche, esattamente come nelle tradizioni anglosassoni, e che vengano inserite delle candele al loro interno.

Insomma; non importa dove tu sia nato e che tipo di tradizione tu stia seguendo. E` un giorno di commemorazione, ma che non deve rappresentare un giorno devoto alla tristezza, per quanto possa essere difficile. Ricordare con allegria, per quanto possibile, un proprio caro, e` anche un modo per esorcizzare la paura, la malinconia, e rendere il ricordo di chi non e` piu` con noi, meno doloroso.

E voi, come avete passato questa festivita`?

Nov 3, 2015Thelma Aterno
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Thelma Aterno
6 years ago Quattrocanti, Tradizionifesta, festivit, mondo, morti, ricorrenze, tradizione, tradizioni563
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