
Presentazione a Palermo de “Il marchio sulle labbra”, nuovo libro di Carlo Barbieri.
Il ritrovamento di un cadavere con una strana bruciatura sulle labbra ai piedi del palazzo dello Scibene, uno dei monumenti meno noti della Palermo normanna, segna l’inizio di un’indagine che condurrà il commissario Mancuso della Sezione Omicidi, già protagonista di due gialli di Carlo Barbieri, alla rivelazione di insospettabili verità che affondano le radici in un remoto passato. Momenti di altissima tensione e colpi di scena porteranno il lettore a scoprire alla fine non solo l’assassino, ma anche la risposta a reali e affascinanti misteri vecchi di secoli e i loro collegamenti con avvenimenti inquietanti dei nostri giorni.
Un commissario umano e ostinato, personaggi sempre caratterizzati con pennellate rapide ed efficaci e il grande palcoscenico di una Palermo che si riscopre quella “città al centro delle cose” che aveva dimenticato di essere, sono i protagonisti di questo romanzo.
La presentazione si svolgerà presso la Libreria La Feltrinelli, via Cavour 133, Martedì 23 giugno alle 18:00. Condurrà la giornalista Adriana Falsone.
un piccolo estratto per i più curiosi:
– Chi è il pubblico ministero di turno, Tranchina?
– Il dottore Sgroi. Dice che ritarda un poco.
– Figurati.
– La mettiamo la sirena?
– E mettila, che lo so che è per questo che sei entrato in polizia. Ma non fare il pazzo.
Tranchina attaccò la sirena, partì di botto facendo stridere le gomme e frenò dopo pochi metri per non investire una motoape con un cartello “TRASLOCHI” più grande di lei.
– Anche quando, come faccio a correre con questo traffico?
– Tranchina, con te non c’è bisogno di correre per rischiare la vita. Ho detto “non fare il pazzo”: non ti infilare fra le macchine, non superare a destra, non cercare di mettere sotto la gente sulle strisce e magari fuori dalle strisce. Tanto il morto ormai è morto.
– Va bene, dottore. Allora al palazzo dello Scibene, giusto?
– Giusto.
– E dov’è?
– Come dov’è? Il palazzo normanno, in via Cavallucci.
– E dov’è via Cavallucci?
Mancuso rinunciò a barare.
– E che ne so. Metti il navigatore, vah, che a Palermo abbiamo più monumenti di quelli che ci meritiamo.