
Iniziata la fase 2 da un paio di giorni, è tempo di tracciare i primi bilanci.
La voglia di ripartire e lasciarsi tutto alle spalle come se fosse un vecchio e brutto ricordo è tanta, ma non dobbiamo abbassare la guardia e proprio in questo periodo dobbiamo stare più attenti che mai. Questa è la fase in cui dobbiamo convivere con il virus, e se qualcosa dovesse andare storto potremmo rientrare nuovamente nella prima fase. Finché non verrà diffuso un vaccino non ci potremmo considerare fuori pericolo e dobbiamo attuare tutte le precauzioni del caso: distanziamento sociale, utilizzare mascherina e guanti, lavare spesso le mani e, se impossibilitati a lavare le mani con acqua e sapone, utilizzare gel igienizzanti specifici. Possiamo uscire da casa solo per spostamenti giustificati per necessità (e ciò comprende anche fare visita a congiunti e fidanzati), tuttavia è comunque fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio. In occasione di questi incontri devono essere rispettati il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie. Rispetto alla Fase 1 cambiano alcune limitazioni e vi sono i primi timidi segnali di riapertura:
- potenziamento dei collegamenti ferroviari (durante la fase 1 ridotta al solo 20% in Sicilia, dal 4 Maggio ampliata al 50%);
- la riapertura di parchi e giardini pubblici, nel rispetto delle prescrizioni sanitarie ed evitando comunque gli assembramenti (i sindaci potranno decidere di chiudere nuovamente e in via temporanea i parchi, qualora il divieto di assembramento non potesse essere garantito);
- si può tornare a effettuare l’attività motoria e quella sportiva, individualmente, anche distanti da casa;
- gli spostamenti sono consentiti all’interno della regione (restano vietati gli spostamenti fuori regione);
- possibilità di svolgere celebrazioni funebri, con massimo 15 partecipanti, indossando le mascherine protettive e possibilmente all’aperto;
- viene consentita la ristorazione da asporto per bar, ristoranti e simili, che si va ad aggiungere all’attività di consegna a domicilio già ammessa;
- ripartono diverse attività produttive e industriali, le attività per il settore manifatturiero e quello edile, insieme a tutte le attività all’ingrosso ad essi correlati, con l’obbligo di rispetto delle regole vigenti in materia di sicurezza sul lavoro;
- diventa obbligatorio l’uso della mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico (quali mezzi di trasporto pubblico ed esercizi commerciali);
- inoltre, il nuovo DPCM sancisce l’obbligo di rimanere all’interno della propria abitazione per tutti coloro che presentano sintomi legati a sindromi respiratorie e una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi.
Però tutto questo non può farci dimenticare i quasi due mesi di lockdown che siamo stati costretti a subire e ad attuare.
Dal punto di vista sociale si sa, l’uomo è un animale sociale. Uno degli istinti primari è proprio la socialità, e infatti l’essere umano tende ad aggregarsi con altri individui. Con il lockdown questo aspetto è emerso per primo e proprio per il bisogno di sentirsi parte di un insieme sociale, in compagnia delle altre persone, sono stati organizzati molti appuntamenti in balcone fin dai primi giorni, con la realizzazione di alcuni flash mob. In soccorso a questa esigenza sociale sono intervenuti i social network che hanno contribuito ad unire virtualmente le persone in maniera più efficace dei balconi di casa.
L’economia ha subito uno dei più duri colpi (se non il più duro) dal dopoguerra a oggi: molti esercizi commerciali, locali, ristoranti, botteghe, artigiani, barbieri, parrucchieri, negozi di vendita al dettaglio e moltissime altre attività sono rimaste obbligatoriamente chiuse, segnando l’inizio di una crisi molto profonda. Bisognava restare a casa, ma il tempo passava e le bollette andavano pagate, gli stipendi andavano erogati, i creditori andavano pagati. Piccoli aiuti sono stati messi a disposizione dallo Stato, ma il problema ha avuto una gittata così ampia che di fatto questi aiuti sono risultati come piccole boccate d’aria, senza tuttavia essere efficaci sul lungo periodo e, probabilmente, molte realtà non riapriranno più, mentre altre si trascineranno dietro gli effetti della crisi per molto, moltissimo, tempo.
È per questo che dobbiamo essere rispettosi delle regole, per non ritornare indietro e per evitare un nuovo lockdown.
Molti video maker palermitani hanno effettuato delle riprese durante il periodo del lockdown, donando al web le immagini di una Palermo deserta, che lotta con forza contro questo coronavirus. Riprese e musiche struggenti sapientemente montate nei video da loro condivisi su YouTube che rendono molto bene l’idea di ciò che abbiamo affrontato in questo periodo e che vi proponiamo in questo articolo in modo da ricordare a tutti ciò che abbiamo appena passato, ed evitare quindi che l’euforia del momento per i lievi segni di riapertura possa prendere il sopravvento e dimenticare troppo velocemente da cosa siamo usciti e l’attenzione che dobbiamo ancora prestare. Dobbiamo continuare ad avere buonsenso, affinché questi video restino solo immagini del passato e non torneranno più nel futuro.
I palermitani sono stati bravi. Certo, alcune eccezioni sono ancora impresse nelle nostre menti, ma la cittadinanza tutta ha avuto un comportamento impeccabile e i numeri dimostrano quanto il contagio sia stato bene o male contenuto rispetto ad altre regioni. Pochi stupidi non vanificheranno il lavoro di tante persone attente e non infangheranno i sacrifici affrontati con forza e determinazione.
- Palermo in Quarantena di Raimondo Tonynike. L’autore di questo video riesce a disegnare uno scenario quasi apocalittico. Sembrano immagini post belliche, con le strade che in questo periodo sarebbero state prese letteralmente d’assalto o che giornalmente, prima della pandemia, erano piene di automobili incolonnate in lunghe code.
- Trenitalia Sicilia di Luciophoto Travel. Video che vede protagonisti i dipendenti delle ferrovie siciliane. L’autore ha posto l’accento sulle condizioni di lavoro ai tempi del Covid 19, si vedono i dipendenti indossare guanti e mascherine a prescindere dalla mansione svolta, l’area riservata per i Capitreno per garantire il distanziamento con i passeggeri, la sanificazione dei treni, mezzi che viaggiano praticamente vuoti e le stazioni vuote, che da sempre sono riconosciuti come posti affollati, con gente che corre per prendere i treni, che si sposta per lavoro o per riabbracciare i propri cari, come se si volesse dire “state a casa per non avere mai più stazioni vuote”.
- Palermo Covid 2020 di Salvo Damiano. L’autore pone la sua attenzione al centro storico di Palermo, sempre affollato di turisti e ricco di esercizi commerciali che, a seguito delle restrizioni dettate dai vari DPCM che si sono susseguiti durante questo periodo, è deserto e con tutte le saracinesche abbassate. Pone inoltre l’attenzione al comportamento attento dei palermitani, in coda per fare la spesa e ben distanziati, o in attesa dei mezzi pubblici per tornare a casa con le buste della spesa in mano.
Insomma, l’emergenza chiama e Palermo risponde, e questi video maker hanno saputo documentare benissimo quello che è successo e come ha reagito la città: dalle strade deserte, all’attenzione nei luoghi di lavoro, ai comportamenti corretti che devono essere seguiti. Ancora un po’ di pazienza e torneremo più agguerriti che mai.
“Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci domani. Fermiamoci oggi per correre più veloci domani” (Presidente del Consiglio dei Ministri – Giuseppe Conte).